Pagine

giovedì 8 marzo 2018

l’Abbazia benedettina di Sant’Angelo in Formis



Uno dei rilievi montuosi più storicamente più importanti  del casertano è il monte Tifata. Qui vi sono testimonianze di vari insediamenti ancor prima dei romani, attratti sia dalla posizione strategica che dalla fertilità di quelle terre bagnate dal Volturno.
Con l’arrivo dei romani venne costruito un tempio in onore della dea Diana Tifatina, protettrice e custode dell’omonimo monte. La vicinanza con l’importante città di Capua l’odierna Santa Maria Capua Vetere permise a quel tempio di esser frequentato abitualmente da moltissime persone.
Con la fine dell’Impero Romano  i longobardi, nei pressi di quell’antico tempio romano costruirono una chiesa per celebrare il culto micaelico. Tale culto concentrava le attenzioni attorno alla figura dell’arcangelo Michele
Nei secoli successivi l’Abbazia di Sant’Angelo in Formis (conosciuta anche come Chiesa di San Michele) cambiò più volte proprietà, tra gli abati di Montecassino ed  i  vescovi di Capua.
Nel  1779 quando venne dichiarata Patronato Regio. Tra la fine dell’Ottocento e il Novecento diverse opere di restauro investirono il complesso, terminate solo nel 1980.
L’abbazia ha subito nel tempo varie modifiche. La struttura si presenta oggi con una facciata caratterizzata da un porticato con cinque arcate decorate con gli affreschi dell’arcangelo Michele, della Madonna e di alcuni episodi legati alle vite degli eremiti Antonio e Paolo. A destra, guardando l’ingresso, il campanile realizzato con il materiale dell’antico tempio romano.
All’interno una serie di opere di assoluto prestigio narrano le vicende delle Sacre Scritture. Di sicuro effetto è l’affresco della controfacciata relativo al Giudizio Universale.
La perfetta armonia tra architettura e pittura regala uno spettacolo unico, con ogni dettaglio capace di catturare l’attenzione del visitatore. Gli elementi romani si integrano alla perfezione con quelli longobardi e bizantini.