Uno dei rilievi montuosi più storicamente più importanti del casertano è il monte Tifata. Qui vi sono
testimonianze di vari insediamenti ancor prima dei romani, attratti sia dalla
posizione strategica che dalla fertilità di quelle terre bagnate dal Volturno.
Con l’arrivo dei romani venne costruito un tempio in onore
della dea Diana Tifatina, protettrice e custode dell’omonimo monte. La
vicinanza con l’importante città di Capua l’odierna Santa Maria Capua Vetere
permise a quel tempio di esser frequentato abitualmente da moltissime persone.
Con la fine dell’Impero Romano i longobardi, nei pressi di quell’antico
tempio romano costruirono una chiesa per celebrare il culto micaelico. Tale
culto concentrava le attenzioni attorno alla figura dell’arcangelo Michele
Nei secoli successivi l’Abbazia di Sant’Angelo in Formis
(conosciuta anche come Chiesa di San Michele) cambiò più volte proprietà, tra gli
abati di Montecassino ed i vescovi di Capua.
Nel 1779 quando venne
dichiarata Patronato Regio. Tra la fine dell’Ottocento e il Novecento diverse
opere di restauro investirono il complesso, terminate solo nel 1980.
L’abbazia ha subito nel tempo varie modifiche. La struttura
si presenta oggi con una facciata caratterizzata da un porticato con cinque
arcate decorate con gli affreschi dell’arcangelo Michele, della Madonna e di
alcuni episodi legati alle vite degli eremiti Antonio e Paolo. A destra,
guardando l’ingresso, il campanile realizzato con il materiale dell’antico
tempio romano.
All’interno una serie di opere di assoluto prestigio narrano
le vicende delle Sacre Scritture. Di sicuro effetto è l’affresco della
controfacciata relativo al Giudizio Universale.
La perfetta armonia tra architettura e pittura regala uno
spettacolo unico, con ogni dettaglio capace di catturare l’attenzione del
visitatore. Gli elementi romani si integrano alla perfezione con quelli
longobardi e bizantini.
Nessun commento:
Posta un commento