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domenica 26 aprile 2015

Il maestro dei maestri della scacchiera: GIORGIO PORRECA



Domenica 17 maggio alle ore 10:00, presso la sede della Associazione scacchistica partenopea, sita in Napoli via Rossini nel Circolo artistico del Vomero; verrà presentato il libro: "Il maestro dei maestri della scacchiera: GIORGIO PORRECA", scritto da Achille della Ragione e Carlo Castrogiovanni.


INDICE

  • Prefazione
  • Il maestro dei maestri della scacchiera
  • Ricordo di Giorgio Porreca. Il “coccodrillo” di Alvise Zichichi
  • Il ricordo di Giacomo Vallifuoco
  • Il Maestro Giorgio Porreca nell'affettuoso ricordo di un suo allievo:
  • Ernesto Iannaccone
  • Il ricordo di Umberto Sodano
  • Racconta Dario Cecaro, scrive Achille della Ragione
  • Ho conosciuto Giorgio Porreca (di Carlo Castrogiovanni)
  • Così lo ricordano Pietro Pastore, Paolo Soprano e Biagio Bascetta
  • Il ricordo di Guglielmo Fumo
  • Il nipote Gian Paolo ricorda lo zio, napoletano o forse internapoletano
  • Sfida tra futuri campioni (di Pasquale Colucci)
  • “Il Ritratto in piedi” di Francesco Maria Sergio
  • Ancora grazie maestro da Adolfo Mollichelli
  • Le partite (a cura di Carlo Castrogiovanni)
  • Porreca docente (a cura di Pasquale Colucci)
  • La gloriosa Accademia
  • Due rare foto di Porreca
  • Alcuni libri di Porreca
  • L’era Porreca
  • Albo d’oro del Campionato Italiano ASIGC

Prefazione 
Lo scopo di questo libro è quello di far conoscere alle nuove generazioni un illustre personaggio: Giorgio Porreca, che ha rappresentato per alcuni decenni un maestro ed un esempio nel mondo degli scacchi e che rischia di essere dimenticato, nonostante i tanti libri scritti, in un epoca in cui l’apprendimento e l’aggiornamento utilizzano prevalentemente il computer.
Avevo già parlato di Porreca, dedicandogli un capitolo, che fornisce il nome a questo libro, nel II volume di Quei napoletani da ricordare, un’opera in quattro tomi, che si affianca ai quattro tomi dedicati alla napoletanità e che a breve costituirà una sorta di mio testamento spirituale. 
Avevo poi inviato tale capitolo ad una mailing list di circa 3000 nomi di scacchisti di tutta Italia e molti mi avevano scritto per ringraziarmi e auspicavano una pubblicazione più ampia, che potesse ricordare il maestro di cui avevano sentito parlare. Tra questi, in particolare, Pasquale Colucci, titolare di una diffusa testata scacchistica diffusa per via telematica, mi ha incoraggiato ed alla fine convinto.
Ho quindi invitato una decina di amici a collaborare, in primis Carlo Castrogiovanni, assurto al ruolo di coautore, al quale ho affidato, oltre ad un ricordo personale, un fondamentale capitolo che raccoglie e commenta alcune delle più famose partite di Porreca.
Ho ripreso il ricordo di Alvise Zichichi, pubblicato sulla rivista Scacco all’indomani della scomparsa di Porreca e mi sono giunti poi i contributi di Dario Cecaro, grazie al quale ho ripercorso brevemente la storia della gloriosa Accademia scacchistica napoletana nel dopoguerra, illustrata da numerose foto inedite, Giacomo Vallifuoco, Ernesto Iannaccone, Umberto Sodano, Pietro Pastore, Paolo Soprano, Guglielmo Fumo, Pasquale Colucci, Francesco Maria Sergio, Claudio Gatto, Gian Paolo Porreca, Adolfo Mollichelli.
Oltre al già citato capitolo di Carlo Castrogiovanni dedicato al commento delle principali partite del maestro, abbiamo potuto pubblicare altre foto, classifiche e materiale vario raccolto puntigliosamente da Dante Caporali, il quale ha collaborato anche alla creazione del pdf del testo da dare alla stampa. 
Un incoraggiamento fondamentale ci è stato fornito dalla Lega campana scacchi, nella persona del suo presidente Salvatore Isoldo, la quale si occuperà anche della diffusione gratuita del libro ai circoli ed ai giocatori.
Non mi resta che augurare a tutti buona lettura 

mercoledì 22 aprile 2015

“La Spagna a Napoli”



La Spagna arriva a Napoli e fa tappa nel cuore della città. Sulla collina del Vomero, nella principale arteria commerciale del quartiere, dal 23 al 26 aprile saranno posizionati i punti informativi di Turespaña. L’Istituto Cervantes ospiterà, invece, gli appuntamenti culturali. Protagoniste dell’evento sono 6 istituzioni: Catalogna, Comunità Valenciana, Valencia, Andalusia, Gran Canaria e Madrid.
Carlos Hernandez, Direttore dell’Ufficio spagnolo del Turismo e Consigliere di Turismo dell’Ambasciata di Spagna in Italia, ha commentato così la scelta di fare tappa a Napoli: “È stato naturale per noi puntare su questa città. La sua identità culturale, la storia, il brio, la gioia di vivere: sono tutte caratteristiche che ci accomunano”. 
Spettacoli, balli e performance accompagneranno la 4 giorni partenopea che ha come obiettivo la promozione del turismo nella penisola iberica.
Nei giorni della manifestazione alle ore 16.00, 17.30 e 19.00 Via Scarlatti ospiterà le performance dei ballerini che interpreteranno i classici della danza spagnola, nelle più note declinazioni del flamenco, sotto la guida di Emma Cianchi, direttrice artistica di Art Garage.
Grande attesa per il concerto di domenica mattina con il pianista Lorenzo Hengeller e il trombettista Gianfranco Campagnoli, che renderanno omaggio alla musica rappresentativa della cultura spagnola.
In palio per i visitatori degli stand, simpatici gadget e viaggi in Spagna.
L’Istituto Cervantes, invece, sarà il punto di riferimento per gli appuntamenti culturali. Incontri di musica e poesia, mostre fotografiche e proiezioni di film saranno al centro del calendario della rassegna dedicata alla Spagna.

sabato 11 aprile 2015

Anche di sera, la Solfatara saprà sorprendervi!



Questa sera sabato 11 aprile, visita serale guidata della Solfatara con cucina geotermica.
Un percorso di visita all'interno del cratere del millenario Vulcano ancora attivo, alla scoperta dei suoi tesori, accompagnati da esperta guida del Sito.
La visita, della durata di circa due ore, tocca infatti i punti più importanti della Solfatara: il profondo Pozzo delle acque minerali, la ribollente Fangaia, le fumarole (Bocca Giovane e Bocca Grande) con i loro potenti getti di vapore illuminati dai faretti colorati, le antiche Stufe, utilizzate anticamente per i trattamenti termali.
Resterete incantati dalla bellezza del luogo e coinvolti dai racconti della guida lungo il percorso e fino al momento della cucina geotermica, un esperimento unico nel suo genere, che consentirà ai visitatori di poter degustare freschissime alici pescate nel Golfo e cotte direttamente nel vapore di una fumarola a 160!
Un esperimento "vulcanico" che divertirà tutti, grandi e piccini.
Vi aspettiamo alle 18,30 all'apertura della biglietteria (non dimenticate, però, di effettuare prima la prenotazione allo 081 5262341 o geotermica@solfatara.it) e alle 19 per l' inizio della visita guidata.


mercoledì 8 aprile 2015

Serie C Femminile

20^ giornata - Napoli Dream Team vs Le Streghe Benevento


venerdì 3 aprile 2015

UN PO' DI DOCUMENTAZIONE CIRCA LE TRADIZIONI DI PASQUA


“Quanto è splendido il digiuno 
Che si adorna dell’amore
Spezza generoso il tuo pane con chi ha fame
Altrimenti il tuo non è digiuno, ma risparmio”

BUONA PASQUA
Il Giovedì Santo e l’antica tradizione d’ ‘o struscio a via Toledo struscio è una tradizione del Giovedì santo che consiste nel visitare i sepolcri, ovvero le solenni esposizioni del Santissimo, allestite in occasione della settimana santa.

La pastiera è una torta di pasta frolla farcita con un impasto a base di ricotta, zucchero, uova, grano bollito nel latte e aromi che, stando alla ricetta classica, sono: cannella, canditi e scorze d'arancia.
Le massaie napoletane la preparano solitamente il giovedì santo (quando per cena si mangia la zuppa di cozze) o il giorno seguente, anche se è possibile acquistarla in tutte le pasticcerie della città.
 La Pastiera e Partenope - C'è una leggenda che lega la pastiera alla sirena più famosa di Napoli. Il dolce proviene infatti dalle usanze pagane e dalle offerte votive della primavera. Probabilmente la leggenda è legata al culto di Cerere, divinità materna della terra e della fertilità, le cui sacerdotesse usavano portare un uovo in processione. L'uovo è infatti, nell'allegoria classica, simbolo di rinascita, poi ereditato dalla tradizione cristiana. E proprio nei conventi dei vari ordini cristiani, come avvenne per la "Santa Rosa" nel convento di Furore, la ricetta fu perfezionata giungendo a noi così come la conosciamo oggi. Particolarmente famosa divenne la pastiera delle suore del convento di San Gregorio Armeno. Tornando al legame tra la pastiera e la sirena, la leggenda vuole che gli abitanti della città decisero un bel giorno di ringraziare la sirena dopo aver ascoltato uno dei suoi dolci e melodiosi canti. Per ringraziarla, sette belle fanciulle furono incaricate di consegnarle doni della natura: farina, ricotta, uova, grano, acqua di fiori d'arancio, spezie e zucchero. La sirena consegnò le offerte agli dei che, rimescolando "divinamente" gli ingredienti, li restituirono sotto forma di pastiera. E come per il Casatiello anche la pastiera trova menzione ne La Gatta Cenerentola di Giambattista Basile, una delle fiabe del Pentamerone.

Storia del casatiello napoletano: sapore locale tutto da gustare!
Pasqua è sempre più vicina e non possiamo certo farci cogliere impreparati! Dopo la ricetta delle gustose cozze del periodo prettamente quaresimale, ripercorriamo la storia del rinomato casatiello.
La ricetta del casatiello è leggermente differente da quella del suo gemello eterozigote, l’altrettanto noto tortano, in quanto quest’ultimoviene consumato regolarmente durante tutto l’anno. Simbolo della Pasqua, invece, il casatiello si ripresenta esclusivamente nella festa dedicata alla resurrezione. Com’è evidente, la data di questa celebrazione cambia ogni anno, ma la sua tradizione culinaria, ben radicata nella nostra società, resta sempre la stessa!
Vi è anche una terza ricetta, quella del casatiello vesuviano, leggermente diversa dal casatiello napoletano di cui sopra parlavamo.
In realtà, casatiello e tortano si distinguono per un’ulteriore caratteristica: l’uso delle uova. Nel casatiello le uova vengono inserite con l’intero guscio a metà tra l’impasto e l’esterno; nel tortano esse, invece, dopo essere state rassodate e sgusciate, sono disposte totalmente all’interno dell’impasto.
Ma perché queste diverse disposizioni? In particolare la forma del casatiello (e dunque anche le modalità d’inserimento delle uova), in questo modo, ne spiega bene il consumo prettamente pasquale: esso è simbolo della corona di spine alla quale fu costretto Gesù; in più le uova sono ricoperte da una croce di pasta, proprio a ricordare il martirio da Lui subito. Per essere più precisi, l’uovo in sé simboleggia proprio la resurrezione di Cristo, che rinasce così come il pulcino allo schiudersi del guscio.
E non solo, ma anche altri componenti hanno un legame particolare con il sacro cristiano ed il profano pagano: ad esempio, il pecorino si ottiene con il latte di pecora, di cui si nutre il piccolo di pecora, ovvero l’ agnello, e l’agnello, prima di essere simbolo della carne del Salvatore, era sacrificato agli dei per i loro rituali pagani.
Questa torta salata prende il nome in prestito dal termine dialettale “formaggio”; tra gli altri, uno degli ingredienti principali di tale prelibatezza. Un rustico antichissimo che si nasconde anche tra le righe di celebri racconti quale “La Gatta Cenerentola” di Giambattista Basile del XVII secolo.
Del casatiello esistono numerose altre varianti non salate, bensì dolci, una particolarmente degna di nota è quella tipica dell’isola di Procida, attorno alla quale ruota un mistero: il mistero degli ingredienti. Ogni famiglia, infatti, possiede una ricetta antica e tradizionale che si tramanda di padre in figlio e non viene rivelata né a parenti né ad amici.