Altera Roma la chiamò Cicerone, l'altra Roma. L'antica Capua, città osca, poi etrusca, sannita e infine romana, tra le più grandi dell'Italia antica solo dopo l'unità d'Italia divenne Santa Maria Capua Vetere.
L'Anfiteatro campano, per importanza e dimensioni, è secondo solo al Colosseo, è circondato da uno spazio verde che include altre testimonianze della città romana: l'anfiteatro repubblicano, primo anfiteatro romano in muratura; l'edificio ottagonale di età imperiale e il portico ellittico che circondava l'anfiteatro imperiale.
Costruito in età flavia, come si diceva su modello del Colosseo, a cavallo tra il I e II secolo dopo Cristo, per volere dell'imperatore Adriano venne restaurato e decorato con colonne e statue e poi inaugurato da suo figlio Antonino Pio. Ha pianta ellittica; 177x139m i due assi, si sviluppava su quattro piani ed aveva un'altezza complessiva di 46m tutti di ordine tuscanico. Ottanta arcate di travertino e le chiavi d'arco custodivano 240 busti di divinità.
Poi l'Altera Roma conobbe un continuo e irrefrenabile declino. L'anfiteatro fu distrutto prima dai Vandali di Genserico e poi, durante la guerra di successione del Ducato di Benevento dell'841, dai Saraceni che rasero al suolo la città. Iniziò il saccheggio fino a diventare cava di marmo e di materiali per la costruzione del Duomo, del campanile e di tanti palazzi della Nuova Capua, sorta a Casilinum l'antico porto fluviale dell'antica Capua, quella dove trovarono riparo e ripartirono gli abitanti fuggiti alle devastazioni. L'opera di depredazione fu devastante: si spezzarono i grandi massi per asportare il bronzo e il piombo che li univa e si usarono le pietre più piccole per pavimentare strade.
Nessun commento:
Posta un commento